PERCHÈ VISITARE IL BORNEO DEL SARAWAK IN MALESIA

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Il nostro viaggio in Malesia continua nel Borneo, più precisamente nell’affascinante Sarawak. Il Borneo è la terza isola del mondo per superficie ed è un mix affascinante di natura, cultura e tradizioni. Da Singapore prendiamo un volo Air Asia che ci porta diretti a Kuching, la capitale del Sarawak. Già dal finestrino possiamo ammirare distese di giungla e acqua, un paesaggio che ci lascia senza fiato.

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Il Sarawak è il più grande stato della Malesia per estensione, con oltre 27 gruppi etnici. È famoso per i suoi parchi nazionali, per la biodiversità e per i suoi villaggi tradizionali. Passati i soliti controlli in aeroporto ci dirigiamo verso il nostro Hotel “Borneo hotel”. La giornata scorre senza fare molto, purtroppo siamo provati dai giorni di viaggio precedenti.

Cosa vedere nel Sarawak: Bako National Park

Il giorno seguente siamo pronti per una delle principali attrazioni del Borneo: il Bako National Park.  La nostra guida ci aspetta di buon mattino nella hall del nostro hotel. Facciamo una mezz’oretta di macchina per poi passare su una barca direzione parco nazionale. Abbiamo mezz’ora di navigazione, dopo dieci minuti la nostra barca ci abbandona, siamo lì in un fiume con i coccodrilli con il motore rotto! Per fortuna passano barche in continuazione e veniamo raccolti dopo pochi minuti da un’altra imbarcazione. Arrivati al parco, essendo con una guida, non dobbiamo fare la registrazione, ma se andate da soli dovete registrarvi al registro di entrata e poi a quelli di uscita per essere sicuri che nessuno si sia perso nella giungla.

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Il Bako National park è diventato parco nazionale nel 1957 ed è il primo e più antico  parco del Sarawak. Le visite dei turisti sono iniziate nel 1981, prima non c’era nemmeno la strada e le persone per arrivare Kuching ci mettevano circa 4 ore. Ci sono diversi sentieri con diversi gradi di difficoltà, non dovete vedere solo i km ma dovrete anche tenere conto dell’elevato tasso di umidità che rende il trekking molto più faticoso. Prima di partire per i trekking, appena sbarcati, incontrerete subito i “simpaticissimi” macachi. Dovrete fare attenzione ai vostri effetti personali, cibo e acqua, e a non guardarli negli occhi perché potrebbero sentirsi sfidati ed attaccare. L’importante è non urlare e non scappare. Questo ci ha detto la nostra fidata guida. Iniziamo il nostro primo trekking di circa 3 km andata e ritorno, l’obiettivo è vedere le scimmie nasiche.

La star del Bako National Park: la scimmia Nasica

La scimmia nasica, conosciuta anche come “scimmia con la proboscide”, è una delle specie endemiche del Borneo. La sua caratteristica principale è il naso molto pronunciato e particolarmente marcato negli esemplari di sesso maschile, questo gli permette di emettere un suono particolare come richiamo sessuale. Ha la pelliccia di un colore rossiccio, si nutre prevalentemente di foglie e frutta e nel parco sono presenti circa 150 esemplari.

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Trekking nel Borneo del Sarawak

Il primo incontro lo abbiamo con un serpentino verde molto carino, per poi scoprire essere una vipera! Nel parco ci sono numerosi serpenti, tra cui anche il Cobra, per fortuna non ne abbiamo più incontrato nessuno. Purtroppo, il primo trekking scorre veloce senza incontrare nessuna scimmia nasica. Arriviamo fino alla zona in cui solitamente si fermano a mangiare, è una piana di mangrovie. Bellissima ma delle scimmie nessun segno di vita! In compenso c’è il solito cartello che mette in guardia dai coccodrilli. Ritorniamo al quartier generale per il pranzo, tutto a buffet con specialità locali, tra cui il solito riso pollo e curry che ci sta accompagnando dal viaggio in Sri Lanka.

Dopo pranzo siamo pronti per il secondo trekking, non facciamo in tempo a partire che incrociamo nell’ordine dei maiali selvatici, ovvero dei cinghiali, delle scimmie argento, una delle quali ha cercato di farci la pipì in testa! E poco dopo, d’improvviso loro, le scimmie nasiche. Due esemplari un maschio e una femmina si sono fermati proprio davanti a noi per il pranzo, in teoria il maschio avrebbe voluto fare altro ma la femmina era inibita dalla presenza umana. Siamo stati lì a guardarli un po’, per poi lasciarli alla loro intimità!nAbbiamo finito il trekking lungo una spiaggia, per poi prendere una barca, ammirare il parco dall’acqua e tornare verso il nostro hotel.

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Alla scoperta dei tagliatori di teste nel Batang Ai

Nuovo giorno nel Borneo, siamo pronti per un nuovo tour. Direzione  Parco nazionale di Batang Ai, ci aspettano quattro ore di macchina e circa un’ora in barca alla scoperta della cultura degli IBAN.

Le Tribù IBAN: vivere con i tagliatori di teste

Le tribù IBAN sono conosciute anche per l’appellativo di “tagliatori di teste”, questo perché in battaglia usavano tagliare le teste ai loro nemici. Tranquilli ora hanno smesso, ora vivono in pace, isolati, per quanto possibile, dal mondo esterno. Discendenti delle popolazioni Dayak, un popolo composto da oltre duecento etnie diverse, vivono ancora oggi nelle tradizionali longhouse, che possiamo definire come lunghi villaggi sotto un unico tetto. Le Longhouse sono palafitte rialzate costruite lungo il fiume o nelle sue vicinanze, sono delle case che si estendono in lunghezza. Al centro troviamo un lungo e largo corridoio chiamato Ruai, è uno spazio comune in cui si svolgono le attività quotidiane, ai lati invece ci sono le modeste abitazioni dei nuclei familiari. Molte longhouse non hanno elettricità ma solo generatori per poter usufruire di qualche ora di corrente.

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Tour Malesia: il Parco Nazionale del Batang AI

La nostra guida, James, ci viene a prendere in hotel di buon mattino, per i prossimi due giorni sarà il nostro driver, guida e cuoco, un tuttofare insomma! Prima tappa lungo la strada, un mercato locale a Serian Town, sosta fondamentale per noi perché abbiamo potuto comprare dei poncho migliori dei nostri, ma ne parleremo dopo, e delle ottime banane. Seconda sosta a Lachau, un umile villaggio Cinese in cui abbiamo mangiato i noodles più buoni del nostro viaggio e comprato i regali per la comunità che ci avrebbe ospitato per la notte. Dopo svariate ore di viaggio arriviamo finalmente al molo pronti per salire sul nostro prossimo mezzo, una longboat.

Le Longboat: il mezzo per arrivare nelle Longhouse

Le longboat sono delle barche strette e lunghe, più o meno come delle canoe. La capienza massima è di 3/4 persone, perlomeno di quelle che abbiamo preso noi, non hanno sedute ma delle seggioline appoggiate al centro, però hanno il motore. Ricordate i poncho di cui parlavamo prima? Beh sarebbe stato il momento migliore per indossarli, visto che il cielo preannunciava quello che sarebbe stato un bel temporale, ma, fidandoci del consiglio di James, ovvero “i poncho teneteli in mano, indossateli se piove” ci siamo imbarcati, inconsapevoli del fatto che poi avremmo avuto così tanto timore a muoverci che saremmo arrivati completamenti fradici!

Il viaggio in barca è stato a dir poco surreale. Noi e la giungla, la pioggia e un silenzio assordante, interrotto solo dal rumore del motore. È difficile spiegare la sensazione un misto tra la serenità e l’incredulità. Diciamocelo, chi segue il canale avrà capito che sono io, Elisa, la fifona tra i due e Nicola il coraggioso. Invece, nonostante quella barca improbabile che viaggiava a pelo d’acqua ci stesse portando lungo la giungla con il diluvio, io ero felice e per nulla intimorita. In quel momento forse abbaimo capito che sarebbe stata un’esperienza che ci sarebbe rimasta nel cuore.

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Vivere 24 ore nella Longhouse con gli IBAN

Ma torniamo al viaggio. Solamente un’ora dopo, con i vestiti completamente zuppi, arriviamo a destinazione, ovvero a quella che sarebbe stata la nostra “casa” per la notte. Siamo stati accolti subito da alcune donne del villaggio con tè e caffè per poi essere accompagnati nella nostra stanza. Uno stanzone lungo con alcuni materassi e con le fondamentali zanzariere. Diciamolo subito, per dormire qui ci vuole un minimo di spirito di adattamento. Se vi aspettate un resort 5 stelle, condizionatore, acqua calda o banalmente un letto, ecco forse meglio evitare. Ma, se avete anche solo la curiosità di entrare a contatto con una cultura completamente diversa dalla nostra, conoscere delle persone pronte ad accogliervi come se foste membri della famiglia, allora dovrete proprio inserirla nel vostro programma di viaggio.

Visitare il Borneo del Sarawak: la vita qui

Dopo esserci sistemati ed aver gustato un’ottima cena preparata dal nostro tuttofare James è arrivato il momento di conoscere il capo villaggio. Ci ritroviamo tutti nel Ruai, ovvero lo spazio comune. Come prima cosa veniamo accolti e ringraziati dal capo villaggio. Brindiamo con lo squisito vino di riso e veniamo intrattenuti con le danze tipiche della comunità IBAN. Terminate le danze è il momento di lasciare i nostri doni al capo villaggio, vi ricordate tutti i doni acquistati durante il tragitto? Ecco ora verranno distribuiti in modo equo per ogni famiglia. È stato molto bello vedere come, con poche cose, abbiamo reso felici dagli adulti ai bambini e come si siano divisi tutto, come se fossero una grande famiglia.

È difficile spiegare le sensazioni provate durante questo viaggio alla scoperta della cultura Iban. Questa esperienza ci ha lasciato un segno profondo, emozioni che sono riaffiorate solo giorni dopo. Abbiamo conosciuto persone che non avevano molte cose materiali ma che sembravano avere qualcosa di prezioso e invisibile, la capacità di aiutarsi e sopportarsi l’un l’altro senza esitazioni. Ci hanno accolti come se fossimo parte della loro comunità, condividendo con noi il cibo, gli spazi, rendendoci partecipi del loro mondo, un mondo fatto di semplicità e sacrifici. Il nostro tempo alla Longhouse è stato breve ma intenso, dopo solo due giorni eravamo già tornati alla realtà.

Cosa fare a Kuching: capitale del Borneo nel Sarawak

Il quinto giorno abbiamo deciso di dedicarlo al riposo, alla visita della città e del Semenggoh Wildlife Centre. Kuching è la capitale del Sarawak ed è una città ricca di cultura, storia e natura. La prima tappa della nostra visita in città è il tempio di Hong San Si, un tempio cinese costruito nel 1840 circa e restaurato nel 2004. I templi Cinesi che abbiamo visitato durante il nostro viaggio in Malesia ci hanno affascinato molto. Poi ci siamo diretti a Chinatown, con i suoi templi colorati e le botteghe autentiche ma, sopratutto con il buon cibo. Abbiamo trovato un piccolo locale in cui abbiamo mangiato i ravioli più buoni di tutto il nostro viaggio. Dopo il pranzo abbiamo lasciato la visita della città, che avremo poi ripreso il giorno seguente, per provare ad andare a vedere gli oranghi.

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Semenggoh wildlife centre: gli oranghi del Borneo

Il Semenggoh Wildlife Centre si trova a circa 30 minuti da Kuching, è un parco dedicato alla riabilitazione degli oranghi e offre la possibilità di vederli da vicino. Per arrivare noi abbiamo usato Grab, come per quasi tutti gli spostamenti in Malesia. Comodo e sopratutto economico. Originariamente il parco è nato per curare gli oranghi orfani o feriti, ora si concentra sulla loro reintroduzione in natura. Il momento migliore per visitare il parco è durante le sessioni di alimentazioni che avvengono due volte al giorno, la mattina e il pomeriggio. Durante queste sessioni è possibile vedere questi animali mentre si avvicinano per prendere il cibo.

Cosa vedere a Kuching: le tappe imperdibili

Ultimo giorno nel Borneo del Sarawak, prima di partire per quello che ci è sembrato essere il paradiso terrestre, le Isole Perhentian. Il nostro ultimo giorno lo abbiamo dedicato a vedere ciò che ci mancava della città, partendo da Waterfront da cui si vede il palazzo Astana e il Forte Margherita. Ne abbiamo approfittato per fare un giro in barca nel fiume Sarawak, per vedere la città da un’altra angolazione e per ripararci dal sole e dal caldo torrido e umido di agosto. Un’altra tappa che non può mancare è la visita al Museo del Sarawak, per immergersi nella cultura indigena, è un edificio con un architettura molto particolare. La città è famosa per essere chiamata anche la città dei gatti, girovagando troverete infatti, numerose statue di gatti e perché no potrete visitare anche il museo dei gatti. Il nostro viaggio nel Borneo è terminato, non resta che sposarci verso la prossima tappa, ci aspetta un volo diretto a Kota Bharu che ci porterà nelle bellissime isole Perhentian.

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Volare con il drone in Malesia: regole ed info

Per volare con il drone in Malesia, noi abbiamo utilizzato il DJI Mini 3 PRO, DJI Avata e DJI Mavic 3 PRO. Qui abbiamo ottenuto, e non senza fatica, tutti i permessi per importare i nostri droni e volare legalmente con il drone praticamente ovunque! Le regole per volare con il drone in Malesia non sono molto differenti dal regolamento EASA. Cambia ben poco dall’Italia. Come sempre è richiesta un’assicurazione del drone valida. Noi voliamo in Italia e all’estero con la copertura assicurativa e anche la tutela legale dell’assicurazione Dronezine. Dronezine infatti rilascia gratuitamente il documento internazionale che viene emesso in lingua inglese ed accettato dalle autorità internazionali, come in questo caso. Per fare la richiesta ed ottenere i permessi in Malesia, sarà necessario scrivere una mail a drone.atf@caam.gov.my che poi vi risponderà con tutto l’iter da seguire sia per le pratiche di importazione droni in dogana e poi per la richiesta dei permessi di volo. Sarà necessario precisare la tipologia di droni che si importa e i luoghi, giorni ed orari di volo per i permessi. Alla fine arriverà la richiesta di pagamento e saranno mandate le autorizzazioni. Noi abbiamo pagato pochissimi euro, circa 10€!

Informazioni utili per viaggiare in Malesia

Prima di darvi appuntamento al prossimo viaggio, vi segnaliamo che per entrare in Malesia è necessario avere un passaporto in corso di validità e con almeno 6 mesi di anticipo rispetto la data di scadenza e non viene richiesto un visto turistico per soggiorni inferiori ai 90 giorni. All’arrivo verrà richiesto di esibire la Malaysia Digital Arrival Card (MDAC). Per affrontare il viaggio si può ovviamente noleggiare un’auto ma serve la patente internazionale. Noi abbiamo optato per spostamenti principalmente con Grab visto il basso costo così da riposarci durante il viaggio e goderci più le varie esperienze. La moneta della Malesia è il Ringgit e al cambio attuale vale circa 1/5 dell’euro. Quindi 5 Ringgit sono circa 1€. La Malesia è un paese economico da visitare e favorevole per chi come noi viaggia con euro.

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Suggerimenti e consigli di viaggio in Malesia

Arrivati in aeroporto a Kutching, come sempre il nostro primo pensiero è quello di avere subito una connessione ad internet, così per navigare durante anche questo viaggio all’estero, abbiamo scelto il servizio di eSIM di Saily. Sarà sufficiente scaricare l’APP di Saily sul vostro smartphone o da sito, aggiungere il nostro codice sconto enontheroad così da avere subito un beneficio economico del 15%! A differenza di altre eSIM da noi provate nei vecchi viaggi, la comodità di questa è che se ne compra ed installa nel telefono solamente una, unica e valida per tutto il mondo. Dettaglio non da poco perché abbiamo diversi Paesi da andare a visitare nel corso di questo viaggio!

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