VIAGGIO IN TURKMENISTAN: DENTRO LA FOLLE DITTATURA

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Se anche tu come noi sogni un viaggio in Turkmenistan per visitare il paese più bizzarro ed inaccessibile al mondo, pari solo alla Corea del Nord ma con più marmo bianco di Carrara, allora ecco perché farlo e cosa vedere in Assurdistan come molti lo chiamano con la sua opulenta capitale Ashgabat. Ma non ci limiteremo a questo, per capire a pieno la magia e i contrasti di questo paese nel cuore dell’Asia Centrale, ci spingeremo ad ovest sulle coste del Mar Caspio e poi su. Da Turkmenbashi città allo sconfinato canyon di Yangi Kala e poi nuovamente da Ashgabat attraverseremo gli infiniti chilometri del deserto del Karakum che si estende per l’80% del territorio del Turkmenistan fino ad arrivare alla famosa e alquanto discussa Porta dell’Inferno! Ma andiamo con ordine perché entrare in Turkmenistan non è la cosa più banale del mondo. Se ancora non ci seguite, ricordate di iscrivervi al nostro canale YouTube per tutti i video di viaggio e seguirci su Instagram per le anticipazioni.

Cosa serve per fare un viaggio in Turkmenistan?

Prima di programmare un viaggio in Turkmenistan ci sono un bel po’ di cose da sapere prima. La più importante è che avrete bisogno di una LOI (letter of invitation) ovvero una lettera di invito da parte del paese! In fondo non si chiama Assurdistan a caso. Per tutte queste procedure burocratiche ci siamo affidati a Soviet Tours, specialisti in viaggi alquanto alternativi come suggerisce il nome. Tramite una loro agenzia del posto abbiamo ottenuto la lettera di invito. Invito che però una volta ricevuto va verificato se andrà a buon fine. Inizialmente infatti avrei dovuto fare il viaggio con due youtuber influenti, uno in Italia e uno in Russia ma sono stati bannati entrambi! Solo dopo 30 giorni circa vi verrà dato l’ok e solamente a questo punto potrete acquistare i voli per raggiungere Ashgabat, la capitale. 

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Voli ed info utili per un viaggio in Turkmenistan

Partendo da Roma solitamente, abbiamo optato per un doppio operativo voli di Turkish Airlines con scalo ad Istanbul. Da qui con l’unico volo di giornata in partenza alle 9 di sera, in circa 4 ore scarse e con altrettante 4 di fuso, benvenuti in Turkmenistan! Una volta sbarcati sappiate che sarete completamente isolati dal mondo. Non esistono eSIM per il Turkmenistan e anche le sim locali non ha molto senso acquistarle. I social incluso whatsapp sono tutti bloccati, la vostra unica possibilità sarà quella di usare solo dopo in albergo (e solo ad Ashgabat) un servizio come NordVPN che potete sottoscrivere a pochi euro grazie al ns codice sconto: ENONTHEROAD. Con la VPN riuscirete ad aggirare un minimo i blocchi e potrete almeno avvisare a casa di essere ancora vivi! Ma torniamo alle procedure di sbarco in aeroporto. 

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Ottenere il visto per un viaggio in Turkmenistan

Prima di partire per questo viaggio avrete bisogno anche di fruscianti dollari Americani. Noi abbiamo ordinato in banca in Italia 250$ a persona per gestire le fasi all’arrivo e cambiare qualcosa in moneta locale: il Manat Turkmeno. Una volta atterrati ad Ashgabat infatti, verrete sottoposti come STEP 1, al test PCR, il caro vecchio tampone per il Covid. Ma come ancora? Ebbene sì, almeno fino ad oggi nel 2025 in qui stiamo scrivendo e viaggiando qui. L’interesse di sapere se siete positivi non c’è, la finalità è solo quella di lucro! 35$ per un bastoncino che non ci verrà nemmeno infilato nella narice, ci sembra un buon compromesso per visitare questo paese no? E poi che Assurdistan sarebbe se non ci fossero queste piccole cose?!

Dopo il test, per lo STEP 2 servirà tanta pazienza in fila al banco per ottenere il visto per il Turkmenistan. Già che arrivate alle 3 di mattina e dopo un giorno di viaggio la stanchezza non mancherà. Preparatevi ad affrontare come minimo altre 2 ore di attesa. Qui richiedono la famosa LOI, i vostri documenti verranno trattenuti, sarà richiesto un pagamento di circa 120$ da aggiungere a quelli del tampone e, una volta pagato (ad un altro banco), eccoci qui con uno splendido adesivo verde apposto sul nostro passaporto! Siamo davvero in Turkmenistan dopo tanto tempo che lo desideravamo! Prima di uscire dall’aeroporto la dogana vi controllerà i bagagli. I droni purtroppo qui sono vietati (figuriamoci!) ed è bene evitare. Se vi trovano un drone, la lettera di invito verrebbe stracciata e voi reimbarcati verso l’Italia. 

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Storia del Turkmenistan in breve: cosa sapere

Prima di passare ai dettagli di viaggio, al fine di comprendere bene dove ci troviamo e di cosa stiamo parlando, non possiamo non mettere dei piccoli punti fermi. Ashgabat è stata fondata nel 1881 sotto l’impero Russo e ha vissuto una rapida espansione durante l’era sovietica. Dopo l’indipendenza ottenuta a seguito della fine dell’URSS il paese si è trovato governato dal regime di Saparmurat Niyazov, noto come Turkmenbashi, il primo presidente del Turkmenistan indipendente. Indipendente con un tot di virgolette chiaramente! La città da subito sotto Niyazov è diventata simbolo del potere e della visione del governo, con una forte identità nazionale legata al culto della personalità di Niyazov. In sostanza Niyazov non era solo il presidente ma anche una sorta di pseudo divinità.

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Turkmenbashi: la dittatura del Turkmenistan

Il Turkmenistan è caratterizzato da un isolamento economico e politico, che ha influenzato la sua unicità. Questo isolamento è dovuto anche alla sua posizione geografica e ai confini particolari con paesi come l’Iran e l’Afghanistan anche se i meriti per così dire, sono da attribuire principalmente a Turkmenbashi. Nel 2001 Niyazov ha scritto un libro, Il Ruhnama (libro dell’anima) che è un’opera agiografica a sfondo ultranazionalistico e, in parte, celebrativa della vita del suo autore. Pur essendo morto nel 2006 Niyazov ancora oggi (seppur sempre meno) i cittadini del Turkmenistan celebrano il giorno del Ruhnama, una festività nazionale in onore del libro dell’anima! Ma perché limitarsi ad un libro? Così nel 2002 è stata realizzata anche una statua colossale del libro in pieno centro ad Ashgabat. Ma queste sono solo le note più dolci del percorso di Turkmenbashi e del suo stato libero e neutrale! Oggi il nuovo presidente è Gurbanguly Berdimuhamedow anche se dal 2022 è subentrato per un comando a 4 mani anche suo figlio: Serdar Berdimuhamedow. 

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Geografia del Turkmenistan in breve

Condizionato da 350.000km quadrati di deserto del Karakum che occupa quasi l’80% dell’intero territorio, con una popolazione totale di 6 milioni di cui 1 milione nella capitale Ashgabat. Come potete notare dalla mappa siamo nel cuore dell’Asia Centrale, qui dove un tempo la gloriosa Unione Sovietica era un’unica enorme potenza mondiale e che invece a seguito della sua dissoluzione, troviamo sotto varie identità che si assomigliano in parte per il nome STAN ma chè in realtà condividono ben poco. Nel 1991 infatti le 5 repubbliche dell’Asia centrale controllate da Mosca, ottengono l’indipendenza. Dopo 70 anni di regime sovietico, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, i paesi che, dalle catene montuose più alte del mondo al deserto, segnavano un tempo la rotta della via della Seta, sono in qualche modo passati direttamente dal Medioevo al Ventesimo secolo. Strette fra est e ovest e fra vecchio e nuovo, al centro dell’Asia, circondate da grandi potenze come la Russia e la Cina, o da vicini irrequieti come l’Iran e l’Afghanistan. Parlando più nello specifico di Turkmenistan e della sua capitale Ashgabat dove siamo arrivati c’è da tenere a mente che parliamo di un centro situato ai piedi delle montagne Kopet Dag, a soli 25 km dal confine con l’Iran.

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Prima notte ad Ashgabat capitale del Turkmenistan

Superata la burocrazia ad attenderci c’è Антон la nostra guida parlante inglese con il suo autista di fiducia Дмитрий (Dmitri). Il primo impatto con la città è strano da descrivere. Una capitale piena zeppa di record più o meno interessanti, dove vivono 1 milione di persone. In strada però non c’è nessuno. Vero che ormai sono le 4 di mattina ma vediamo solo agenti di polizia a controllare non è ben chiaro cosa. Il nostro hotel per le prime due notti sarà il Diwan Hotel. Questo luogo pensato appositamente per turisti concede un briciolo di Wi-Fi decente e ha un ottimo ristorante con proposte anche italiane. D’altronde il manager che lo gestisce ha lavorato per un periodo in Italia e ci racconta infatti che non rinuncerebbe mai all’olio di Spoleto in Umbria che si fa spedire triangolando con la Germania. Qualche chilometro prima dell’arrivo in albergo, la nostra guida mi chiede di non filmare. Mi spiega che inizia tutta la zona del quartiere presidenziale. Non è ben chiaro cosa ci sia da nascondere dietro le facciate bianche di marmo ma obbedisco. La particolarità del Diwan Hotel è che è stato costruito giusto dietro gli uffici governativi quindi Anton si raccomanda di non fare foto nemmeno scesi dall’auto! Entriamo da un ingresso secondario, percorriamo vari corridoi chilometrici, check in e buonanotte.

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Giorno 1: cosa vedere ad Ashgabat

Dopo pochissime ore di sonno, eccoci pronti con un buon caffè e una ricca colazione in albergo. Sono ormai le 10 di mattina ed inizia il nostro tour di Ashgabat, la capitale bianca e lussuosa (in apparenza) del Turkmenistan. La nostra prima tappa è subito fuori dal centro città perché andiamo a visitare l’importante e mastodontica Moschea dello spirito di Turkmenbashi. Qui all’ingresso vedrete una cappella sorvegliata da militari e guardie (no foto no foto!) dove all’interno c’è la tomba di Turkmenbashi, lo storico primo presidente del Turkmenistan accanto ai suoi familiari più stretti morti nel 1948 a seguito del terribile terremoto che rase al suolo il 95% del Turkmenistan e di Ashgabat. Qui ad Ashgabat morirono 100.000 persone. Superata la cappella di famiglia, ci si trova di fronte la gigantesca struttura della moschea. Tutto è super pulito, sembra quasi inaugurata oggi stesso. Tra fontane e minareti da cui venivano letti in città i versi del libro dell’anima scritto dallo storico presidente, avanziamo togliendoci le scarpe. Entriamo dentro. Gli spazi sono come di consueto qui sconfinati. Dentro però c’è solo una famigliola con una mamma e i suoi numerosi figli piccoli. La nostra guida ci spiegava che in Turkmenistan chi ha almeno 8 figli, ha diritto ad un appartamento gratis a condizioni che i figli abbiano tutti meno di 18 anni. Il nostro tempo qui è terminato.

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Viaggio in Turkmenistan: i record di Ashgabat, la capitale

Dopo la moschea abbiamo deciso di spostarci nel mercato Russo di frutta e verdura. Anche qui per motivi francamente poco chiari, la nostra guida ci chiede di non fare foto e video né dentro né fuori. La cosa interessante di questo luogo è vedere le abitudini quotidiane delle persone per l’acquisto di beni di prima necessità. Tra le varie possibilità, abbiamo deciso di provare il prestigioso melone di cui il Turkmenistan va particolarmente fiero e di cui c’è anche la festa nazionale ogni anno ad agosto. Dobbiamo ammettere che la fetta di melone essiccato che abbiamo provato era dolcissimo e davvero squisito! Dopo aver acquistato due souvenir è già tempo di muoverci. Ci fermiamo nel quartiere sovietico dove svetta un piccolo monumento con statua di Lenin. Giusto di fronte a Lenin, alla fine del piccolo viale, possiamo vedere anche il palazzo più brutalista di Ashgabat sebbene il centro della capitale probabilmente, a nostro avviso, offre spunti migliori, ma ve la mostreremo più avanti! 

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Punti principali da vedere ad Ashgabat in Turkmenistan

Dopo la moschea abbiamo deciso di addentrarci un po’ nel vivo, si fa per dire, del centro città. Infatti in giro che sia a piedi oppure nei vari spostamenti in auto, la città sembra una di quelle ghost town come abbiamo visto a Chernobyl con la città di Pripyat o a Cipro del Nord con Varosha. Solo che qui la sensazione è differente. Non c’è nulla di fatiscente. Non c’è nulla di abbandonato. Ci sono solo edifici bianchissimi che risplendono e strade enormi anche ad 8 corsie totalmente vuote! Ma come è possibile? In giro si vedono solo uomini in divisa che fermano auto a caso con posti di blocco h24 e poco fuori città veri e propri checkpoint militari. 

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Viaggio in Turkmenistan: le stranezze di un paese vuoto

La sensazione man mano che passano le ore è più simile ad un videogioco. Ci sembra di esserci finiti dentro, tipo The Sims. Prendi una città rasa al suolo con il terremoto del 1948 e la disegni da zero esagerando però. Come se dovessi costruire New York ma nel deserto più inospitale del pianeta. Poi inserisci la combinazione segreta che ti dava soldi infiniti nel gioco, ed ecco qua Ashgabat. Infatti grazie alle risorse di petrolio e gas naturale, il Turkmenistan ha trovato il suo codice segreto per avere soldi infiniti. Come sempre o quasi in dittatura fai leva su quei vantaggi pratici di tutti i giorni che portano le persone a stare nel paese, a volte volutamente a volte magari no, dando in cambio un inutile lavoro, benzina e voli interni pressoché gratis ma anche isolamento. O meglio, neutralità come si definiscono ai piani alti di Ashgabat.

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Ashgabat e il Marmo bianco di Carrara

Come dicevamo dopo il quartiere sovietico ci siamo mossi verso uno dei monumenti più importanti della città. Il monumento della neutralità per l’appunto. Purtroppo lo vediamo in fase di restauro ma in ogni caso è alto abbastanza per vederlo. Al di sopra del monumento in sé possiamo notare una figura chiaramente in oro dello storico primo presidente del Turkmenistan “libero” e neutrale dai tempi dell’URSS: Turkmenbashi. Sullo sfondo si può notare anche il monumento della televisione, probabilmente il più alto del paese. Non visitabile in zona perché servono permessi speciali non meglio precisati. A giudicare dal palinsesto TV non sembra così elevato il rischio di spionaggio industriale! La cosa impressionante è il viale che si apre di fronte al monumento della neutralità. C’è silenzio totale. Nessuna auto, nessuna persona. Niente. E pensare che teoricamente, qui vivono un milione di persone! Poco lontano da qui ci attende un altro monumento che avevamo segnato di vedere. Parliamo del bellissimo monumento delle biciclette! Esteticamente è affascinante con il globo dove c’è racchiusa la sola mappa del Turkmenistan. Il significato simbolico è abbracciare passato e futuro dai tempi della via della seta con i tempi “moderni” rappresentato per l’appunto con uomini in bicicletta. E sotto la scritta: “Home of Neutrality”. Ancora una volta, casa della neutralità. 

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La ruota panoramica dei record ad Ashgabat

Quando parliamo di paesi della ex Unione Sovietica, una cosa non può mai mancare: una ruota panoramica! Ma perché limitarsi a farne una normale quando puoi farne una da Guinness World Record? Ebbene sì! Questa di Ashgabat è la ruota panoramica al chiuso, più grande del mondo. Ovviamente realizzata in marmo. Arriviamo nel parcheggio e non c’è nessuno, come del resto in tutta la città. La ruota dei record è ferma, tutto è spento. Ci avviciniamo e chiediamo all’unica persona presente se è in funzione e ci dice di sì. Con 0,20€ possiamo fare un giro. Così la accende ed è subito il nostro turno a quanto pare! Alta 95 metri, vi mostrerà la città dall’alto per 10 minuti circa.

Appena scendiamo viene riportata sul tasto OFF. Dal parcheggio sotto si vede tutta la città bianca, anche questo un record da Guinness essendo la città costruita con più marmo del mondo! Davanti a noi migliaia di piante piccole per creare futuri parchi in centro. Sullo sfondo la città avvolta in un silenzio surreale. C’è chi sostiene infatti che i palazzoni di marmo bianco del centro, sarebbero vuoti. È solo un’immagine alterata che si vuole dare al mondo e al popolo. La controprova si può ammirare facilmente andando in uno dei tanti centri commerciali. Negozi di alta moda dall’esterno che propongono in vendita prodotti contraffatti. Singolare vedere una vetrina di un punto monomarca Rolex, che proponeva in vendita anche dei cordless per casa a 200 Manat Turkmeni (circa  10€). 

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Il palazzo dei Matrimoni ad Ashgabat

Tra una considerazione e l’altra arriviamo in un piccolo colle di Ashgabat al palazzo dei matrimoni. A mio avviso il palazzo più bello e singolare mai visto prima! Ennesima struttura gigantesca in marmo bianco con elementi in oro e nella parte alta all’interno di un cubo di marmo una sfera blu: il mappamondo. Non è chiaro il legame con il matrimonio ma esteticamente è assurdo! Decidiamo di entrare per conoscere ancora di più usi e costumi di chi è nato e cresciuto in questo paese. All’interno possiamo vedere negozi con abiti da sposa classici o tradizionali che possono essere acquistati ma nella maggior parte delle occasioni noleggiati. A seguire entriamo in una delle sale dei banchetti. Una distesa infinita di tavoli, il palco per la band e per il presentatore che non può mai mancare e la poltrona per le foto con gli sposi con alle spalle, ovviamente l’immagine del presidente. 

Assurdistan: ecco perchè molti lo chiamano così

Più si va avanti a vedere e conoscere e più si comprende bene del motivo per il quale molti hanno definito questo paese Assurdistan. Perché è tutto nosense o quasi! Dopo aver affrontato il tema matrimoni che è un aspetto centrale della società per varie ragioni, è tempo di spostarci. Sappiate solo comunque che l’omosessualità non è tollerata e quindi si spinge molto sul matrimonio. E a quelle famiglie dove la madre riesce a sfornare almeno 8 figli e a condizione che non ci siano maggiori di 18 anni, verrà dato un appartamento gratuitamente. Tornando alla città, sicuramente rappresentativo  dal punto di vista storico, il monumento per l’Indipendenza sempre grazie al solito Nyazov. Indipendenza ottenuta nel 1991 e monumento realizzato nel 2001.

Concludiamo la serata nel vicino monumento emblema della follia di questo paese e del suo primo presidente Turkmenbashi. Il monumento al libro dell’anima, il Ruhnama. 400 pagine di delirio in cui la sua figura veniva descritto da sé stesso come una divinità a tratti. Così divenne un libro dell’obbligo. Si imparava a memoria a scuola, era obbligatorio conoscerlo per prendere la patente e veniva letto sia dai minareti che proprio qui, nel monumento. Il libro, che peraltro venne spedito anche nello spazio, è stato riprodotto in maniera ovviamente gigante e aveva un meccanismo che lo faceva aprire e che leggeva i paragrafi. Oggi non funziona più. Nonostante Turkmenbashi si paragonasse ad Alessandro Magno e Maometto, pare che con i tempi un po’ più moderni, si sia perso l’interesse. La serata, nonché prima giornata di esplorazione del Turkmenistan, si conclude con cena nel ristorante del nostro albergo presidenziale. Buonanotte!

Il Grand Canyon del Turkmenistan: viaggio ad ovest

Nuovo giorno e nuova sveglia devastante delle ore 3. Ci attende un transfer in aeroporto perché abbiamo un volo interno verso Turkmenbashi (la città) ad ovest del paese, sulle coste del Mar Caspio. La città all’origine si chiamava Krasnodovsk, nome che è rimasto all’aeroporto internazionale a dire il vero. Un bel giorno però, il poco esaltato presidente Turkmenbashi, decise di rinominarlo con il suo soprannome. Qui vive da sempre la quasi totalità di comunità di Russi, Azeri. Il presidente voleva far capire chi comandava davvero, aldilà dei numeri demografici. Così cambiò nome. Qui passeremo una notte ma prima ci attendono una volta arrivati, 170km circa, verso nord. Destinazione: Yangi-Kala: il Grand Canyon del Turkmenistan. Yangi-Kala, che in Turkmeno significa “Nuova Fortezza”, si trova nella parte occidentale del paese, nella provincia di Balkan. Milioni di anni fa, questa regione era coperta da un antico mare. Con il tempo, l’erosione e i movimenti tettonici hanno creato imponenti scogliere e canyon dai colori spettacolari, che vanno dal bianco al rosa, dal giallo al rosso acceso.

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Yangi-Kala: viaggio alternativo in Turkmenistan

Le formazioni rocciose sono composte principalmente da calcari e arenarie sedimentarie, arricchite di minerali che conferiscono loro queste tonalità uniche. Le stratificazioni visibili sulle pareti rocciose raccontano la storia geologica della regione, testimoniando l’alternanza di periodi in cui il mare si è ritirato e ha lasciato spazio a processi erosivi, modellando il paesaggio che vediamo oggi. Per raggiungere Yangi-Kala, essendo una destinazione remota e difficilmente raggiungibile senza un veicolo 4×4, Il turismo nella zona è limitato, il che contribuisce al suo fascino selvaggio e incontaminato. Qui non ci sono strutture turistiche: nessun hotel, ristorante o altre infrastrutture. Sarà necessario portare con sé tutto il necessario, inclusi acqua e cibo. L’unica cosa che troviamo è un piccolo villaggio (due case) dove compriamo un caffè. Il viaggio è ricco di buche e dura 6 ore circa tra andata e ritorno. Dopo aver ammirato un paio di spot mozzafiato e aver fatto pranzo con una vista indimenticabile, eccoci pronti a fare ritorno.

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Mar Caspio: cosa vedere a Turkmenbashi città

La nostra giornata di questo secondo giorno di viaggio in Turkmenistan, si conclude a Turkmenbashi città. Prima di rientrare in albergo per una doccia, facciamo una breve visita all’imponente insegna sovietica che segna l’ingresso alla città, un simbolo del passato che ancora oggi caratterizza l’ingresso a questa città dal forte richiamo storico. Fondata negli anni ’40 come porto strategico, Turkmenbashi si è sviluppata intorno al suo porto, oggi il più grande del paese, punto nevralgico per il commercio e l’industria. Dopo aver esplorato questo angolo di storia, ci dirigiamo verso le oleose spiagge del Mar Caspio per una cena indimenticabile, con una vista mozzafiato sul lago più grande del mondo al tramonto. Abbiamo scelto il buon ristorante nei pressi del nostro albergo: Restoran Tolkun. Per la notte invece siamo sistemati nel Charlak Hotel di Turkmenbashi. Un posto senza troppe pretese che però ci stupisce con la presenza di sauna e piscina interna riscaldata.

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Itinerario di viaggio in Turkmenistan: giorno 3

La nostra giornata inizia presto a Turkmenbashi, alle 5 del mattino, quando un volo con Turkmenistan Airlines ci riporta ad Ashgabat, la capitale del paese. Una volta arrivati, ci dirigiamo verso il cuore del centro città, dove rimaniamo colpiti dai numerosi palazzoni in stile sovietico che caratterizzano il paesaggio. La nostra guida ci sottolinea che non sono sovietici ma palazzi nuovi. Inoltre ci ricorda più volte di non entrare dentro gli edifici. Noi veniamo colpiti dalle decorazioni delle facciate di questi palazzi. Sintesi perfette e contrastanti del Turkmenistan. Irriverente vedere su uno di questi delle decorazioni riguardanti Internet Explorer! E pensare che abbiamo tutte le app bloccate sul telefono! Nonostante l’imponenza architettonica, questi edifici sembrano abbandonati e vuoti, come se il tempo si fosse fermato e nessuna vita vi abitasse. In realtà c’è chi sostiene che dentro non viva nessuno anche se vediamo qualche finestra aperta. L’atmosfera surreale ci accompagna mentre ci addentriamo in un centro commerciale vicino, curiosi di scoprire i negozi e la varietà di articoli locali. Dopo una rapida passeggiata, è già tempo di pranzo.

Viaggio verso Darwaza: la porta dell’Inferno

Continua il nostro viaggio in Turkmenistan. Nel pomeriggio, ci mettiamo in viaggio verso nord, direzione Darwaza, famosa per la “Porta dell’Inferno”, ma il tragitto non è facile. La strada che attraversiamo è sconnessa e polverosa, una vera sfida per il nostro mezzo. E sarà così per le prossime 4 ore. Il deserto del Karakum, che ci accoglie lungo il cammino, sembra estendersi all’infinito, e le auto che incontriamo sul percorso sono spesso segnate dai danni causati dalle buche: gomme spaccate e carrozzerie maltrattate. Per non parlare dei pazzi che vediamo in giro in moto privi di casco e freno anteriore! Assurdistan, d’altronde! Lungo il tragitto, però, non mancano anche piccoli villaggi nomadi che ci ricordano come la vita, nonostante tutto, riesca a sopravvivere in queste terre dure e remote. Finalmente, dopo un lungo viaggio, arriviamo alla mitica Darwaza, dove la Porta dell’Inferno ci aspetta, un’imponente fiamma che arde incessantemente nel cuore del deserto dal 1971. Per questa notte abbiamo solo una possibilità: dormire in una tipica yurta. Saremo accampati nel vicino Garagum Yurt Camp.

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Storia del cratere di Darwaza: la Porta dell’inferno

Lasciamo le nostre cose per la notte nel camping di yurte e ci dirigiamo rapidamente verso le dune di sabbia, ansiosi di ammirare uno dei momenti più emozionanti del nostro viaggio: il tramonto alla Porta dell’Inferno. Man mano che ci avviciniamo, il calore intenso ci scotta la pelle e l’odore pungente di gas naturale che sprigiona il cratere ci intossica un po’, ma l’atmosfera è unica e surreale. Improvvisamente, vediamo un anziano Turkmeno fermarsi con la sua bukhanka, un vecchio furgoncino, e stendere un tappeto sulla sabbia in direzione nord. Senza dire una parola, si china e inizia a pregare Allah, un gesto semplice ma carico di spiritualità che aggiunge un ulteriore strato di emozione alla scena.

Viaggio in Turkmenistan: cosa sapere di Darwaza

Il cratere di Darwaza, o “Porta dell’Inferno”, è il risultato di un incidente avvenuto negli anni ’70, quando una squadra di geologi sovietici ha cercato di perforare il terreno per estrarre gas naturale. Durante i lavori, il terreno ha ceduto e si è creato un’enorme voragine che, per evitare il rilascio di gas tossici, è stata incendiata. Da allora, il fuoco brucia incessantemente, creando una vista spettacolare e inquietante al contempo. Un fenomeno naturale che ci affascina e ci lascia senza parole. Con il tramonto che tinge il cielo di rosso, è tempo di cena. Ci sediamo attorno al fuoco e ci concediamo una deliziosa grigliata di carne, tipica della cucina Turkmena, per concludere questa giornata incredibile. Il caldo della carne, il sapore affumicato e il cielo che si scurisce sopra di noi rendono il momento perfetto per riflettere su questa esperienza unica nel cuore del deserto. Ma forse il momento più impressionante del nostro viaggio in Turkmenistan arriva adesso. Usciamo dalla yurta e vediamo un enorme bagliore rosso del cratere. Torniamo così a vivere la Porta dell’inferno ancora una volta, di notte. La visione più suggestiva del luogo. Ma ora è tempo di dormire scaldati da una stufetta artigianale a benzina! Buonanotte.

Itinerario di viaggio in Turkmenistan: ultimo giorno

Dopo una colazione semplice al risveglio gelido nel deserto, è tempo di metterci in movimento. Guardiamo indietro alla giornata precedente, quando il tempo ci ha regalato un tramonto mozzafiato, e ci sentiamo davvero fortunati. Oggi, però, il meteo ha deciso di sorprenderci: siamo a 0 gradi e una neve sottile inizia a scendere nel deserto, un fenomeno raro in queste terre dove le precipitazioni sono quasi inesistenti. Dopo aver passato la notte al freddo, ci prepariamo ad affrontare altre quattro ore di strada devastata per tornare ad Ashgabat. Siamo stanchi e sporchi, ma soddisfatti di questo viaggio in Turkmenistan. Un veloce pasto nei dintorni della capitale ci ricarica un po’, e finalmente arriviamo in albergo. È il momento di rilassarci per la prima volta da quando siamo arrivati, di concederci qualche ora di tranquillità. A metà pomeriggio usciamo per fare due passi, con l’intenzione di visitare il Museo del Tappeto, ma purtroppo, e stranamente, è chiuso, nonostante sia sabato, giorno regolare di apertura. Così, ci accontentiamo di un po’ di esplorazione senza meta, mentre la giornata volge al termine.

Conclusioni sul viaggio in Turkmenistan

La nostra ultima cena in albergo segna la conclusione di un viaggio che ci ha messo alla prova, ma che ci ha anche regalato emozioni indimenticabili. Alle 2 del mattino ci attende l’ennesima sveglia devastante: è il momento di dire addio a questa terra straordinaria. Il viaggio finisce qui, ma è stato un’esperienza unica, fuori dagli schemi di qualsiasi viaggio convenzionale. Se volete rivivere con noi ogni momento di questa avventura, non perdetevi i nostri video su YouTube, dove potrete vedere tutto ciò che non siamo riusciti a raccontare a parole. E per un assaggio di quello che abbiamo vissuto o di altri spoiler di nuovi viaggi, seguiteci su Instagram con foto esclusive e i momenti più emozionanti. Ci vediamo online!

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